LA FEDERAZIONE SINDACALE COSP SU MAGAZAINE CITTA’ DI ROMA

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Roma clamorosa evasione da Rebibbia, la denuncia del sindacato “ inaccettabile il silenzio dell’amministrazione”
Published on 18 Agosto 2019 in CRONACA by Alessandro Conte
Sono in atto le ricerche del prigioniero italiano riuscito a scappare dall’ospedale Sandro Pertini dove avrebbe dovuto sottoporsi ad un accertamento sanitario. Non è ancora chiaro come abbia potuto eludere i controlli dei pochi agenti di scrota e darsi alla fuga riuscendo a lasciare l’ospedale.
Al momento gli uomini della Polizia penitenziaria, unitamente a carabinieri, polizia di stato, guardia di finanza e polizia locale, stanno setacciando palmo a palmo la capitale, e soprattutto i quartieri nelle vicinanze del complesso di Rebibbia.
Nel 2019 e la settima evasione dalle carceri italiane che soffrono ormai da anni di problemi di organico e strutturali denunciati sistematicamente dai sindacati della Polizia penitenziari che restano inascoltati.
“Siamo stanchi di denunciare evasioni,tentative di evasion,aggressioni,dileggio,siamo stanchi e forse anche un po risentiti dal silenzio assordante del vertice del Dipartimento e dei Provveditorati – dichiara Domenico Mastrulli, segretario generale del COOSP – per questo da tempo chiediamo al Governo che I Provveditori Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, siano avvicendati dai Prefetti delle Province ai sensi della legge 121/1980,quando si ragione sulla parola “ Sicurezza” perchè di questo specialmente con un criminale libero, si tratta ,una Sicurezza vera e concreta,in queste ore un galeotto è libero,forse mischiatosi tra la gente,tra la gente comune e tra i tanti onesti cittadini.”
Poco personale, mezzi inadeguati e poche risorse economiche sono il risultato di anni di disinteresse da parte dei governi di turno alla buona gestione del sistema penitenziario che dovrebbe garantire la certezza della pena e che in troppo casi viene additato come inutile tanto da preferire indulti e sconti di pena piuttosto che la detenzione accreditando una convinzione comune che in Italia non va mai in galera nessuno, nessuno che conta.
“Nei giorni scorsi in Puglia a Turi un carcere con 130 detenuti è rimasto vigilato e sorvegliato da 1 solo agente per molte ore proprio per scortare un altro detenuto ai sensi ex art.17 O.P. per un ricovero urgente in ospedale cumulando ben 18 ore continuative di servizio.”
Naturalmente in agosto e a Natale siamo abituati a vedere le passerelle di politici in visita nei principali penitenziari del paese per poi costernarsi delle condizioni senza mai dare una soluzione a questo problema che rimane alla base della civile convivenza di una società moderna.
Sistema detentivo ai limiti storici con oltre 61.000 detenuti di cui il 44% cittadini stranieri stipati nelle oltre 196 Carceri d’Italia

a scappare dall’ospedale Sandro Pertini dove avrebbe dovuto sottoporsi ad un accertamento sanitario. Non è ancora chiaro come abbia potuto eludere i controlli dei pochi agenti di scrota e darsi alla fuga riuscendo a lasciare l’ospedale.
Al momento gli uomini della Polizia penitenziaria, unitamente a carabinieri, polizia di stato, guardia di finanza e polizia locale, stanno setacciando palmo a palmo la capitale, e soprattutto i quartieri nelle vicinanze del complesso di Rebibbia.
Nel 2019 e la settima evasione dalle carceri italiane che soffrono ormai da anni di problemi di organico e strutturali denunciati sistematicamente dai sindacati della Polizia penitenziari che restano inascoltati.
“Siamo stanchi di denunciare evasioni,tentative di evasion,aggressioni,dileggio,siamo stanchi e forse anche un po risentiti dal silenzio assordante del vertice del Dipartimento e dei Provveditorati – dichiara Domenico Mastrulli, segretario generale del COOSP – per questo da tempo chiediamo al Governo che I Provveditori Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, siano avvicendati dai Prefetti delle Province ai sensi della legge 121/1980,quando si ragione sulla parola “ Sicurezza” perchè di questo specialmente con un criminale libero, si tratta ,una Sicurezza vera e concreta,in queste ore un galeotto è libero,forse mischiatosi tra la gente,tra la gente comune e tra i tanti onesti cittadini.”
Poco personale, mezzi inadeguati e poche risorse economiche sono il risultato di anni di disinteresse da parte dei governi di turno alla buona gestione del sistema penitenziario che dovrebbe garantire la certezza della pena e che in troppo casi viene additato come inutile tanto da preferire indulti e sconti di pena piuttosto che la detenzione accreditando una convinzione comune che in Italia non va mai in galera nessuno, nessuno che conta.
“Nei giorni scorsi in Puglia a Turi un carcere con 130 detenuti è rimasto vigilato e sorvegliato da 1 solo agente per molte ore proprio per scortare un altro detenuto ai sensi ex art.17 O.P. per un ricovero urgente in ospedale cumulando ben 18 ore continuative di servizio.”
Naturalmente in agosto e a Natale siamo abituati a vedere le passerelle di politici in visita nei principali penitenziari del paese per poi costernarsi delle condizioni senza mai dare una soluzione a questo problema che rimane alla base della civile convivenza di una società moderna.
Sistema detentivo ai limiti storici con oltre 61.000 detenuti di cui il 44% cittadini stranieri stipati nelle oltre 196 Carceri d’Italia
I suicidi sventati nelle prigioni sono stati dall’inizio dell’anno oltre 800, mentre le evasioni consummate sono state 7 ,mentre I tentativi di evasione 15, Agenti aggrediti sono circa 2.800 Poliziotti molti di questi anche con anni permanenti o riformati dale CC.MM.OO.(Commissioni Mediche Ospedaliere Militari),un Corpo di Polizia,la IV Forza per l’esattezza, con una carenza di personale pari a 12.000 unità e di 4.000 unità nelle Funzioni centrali tra Contabili,Educatori e Pedagogici, Area Tecnici e Amministrativi.
I compiti e la vigilanza per Poliziotti Penitenziari sono quadruplicate tanto che un solo poliziotto arriva a gestirsi anche oltre 200 detenuti e siamo disarmati nelle prigioni a differenza dei rivoltosi o degli aggressori armati di strumenti che si ricavano da quello che nel carcere da regolamento è autorizzato come lamette,lattine e manici di scopa utilizzati come armi improprie contro I Poliziotti.
“Abbiamo necessità di un Ministro della Giustizia che si impegni seriamente e concretamente con il carcere e I suoi problemi- chiede Mastrulli a nome della categoria degli agenti di polizia penitenziaria -abbiamo necessità che le funzioni degli attuali provveditori regionali dell’amministrazione penitenziaria siano commissariate ed affidate ai Prefetti delle province ai sensi legge 121/1980 e che il personale dei Dipartimenti ,PRAP, UEPE, Tribunali, Scorte etc. di chi continua ad operare nonostante la grave criticità nei penitenziari nei palazzi di giustizia, il epsonale delle scorte e deglii uffici circa 7.000 unità, siano senz aulteriore indugio, dislocati nelle prigioni e non dietro le scrivanie dove potrebbero ben stare I civilie ma non I Poliziotti.”

 

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